Mercoledì scorso, il prefetto di Bouches-du-Rhône ha chiesto alla moschea Bleuets di Marsiglia di separarsi dall’Imam Ismail, pena la chiusura del luogo di culto.
Ieri, l’imam Ismail e i suoi avvocati hanno tenuto una conferenza stampa per rendere pubblica la loro controproposta: l’imam si sarebbe ritirato temporaneamente dalla vita della moschea per occuparsi della sua famiglia e per seguire una formazione sulla laicità, e la moschea sarebbe rimasta aperta.
Oggi Maître Guez-Guez, uno degli avvocati dell’imam, ha annunciato su X che la proposta è stata accettata dal prefetto di polizia Pierre-Édouard Colliex.
Tuttavia, gli avvocati dell’imam, Chekat e Guez-Guez, hanno denunciato quella che hanno definito una “prova di forza impari”, mettendo in dubbio “la competenza della questura a dire cosa sia l’Islam buono e cosa quello cattivo”.
L’imam Ismail, che è anche perseguito per “apologie du terrorisme”, comparirà davanti al tribunale penale il 3 ottobre.
Questa conclusione della vicenda della moschea di Bleuets avviene in un contesto di silenzio pubblico da parte delle istituzioni musulmane, nessuna delle quali ha dato il proprio sostegno ufficiale.